La tecnica attuale |
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La caratteristica più importante della palata è la sua lunghezza; più lunga è la permanenza delle pale in acqua e maggiore sarà l'efficacia della palata. Per ottenere la massima ampiezza dell'arco di palata è fondamentale un buon allungamento in avanti utilizzando al massimo la mobilità delle varie articolazioni, in primo luogo caviglie e ginocchia per avere la tibia verticale al termine della ripresa, e poi colonna e cingolo scapolo-omerale per il massimo avanzamento delle spalle e delle mani. Il settore di arco ottimale della palata è di 100 gradi, 55° a prua e 45° a poppa; l'angolo più ampio a prua si rende necessario per il fatto che la velocità della barca sposta le pale verso poppa prima che abbia inizio la spinta. In conclusione, un angolo inferiore della palata a prua per deficit di allungamento accorcia il segmento di spinta rendendola poco efficace; per contro un angolo eccessivo non comporta alcun vantaggio perchè la spinta più efficace ha luogo nei 90° a cavallo degli scalmi, 45° a prua e 45° a poppa degli stessi. Per valutare la correttezza del nostro angolo di remata è consigliabile farsi controllare da un istruttore perchè è molto difficile farlo da soli. La preparazione delle pale ha inizio quando le mani superano la linea delle ginocchia. Conviene ritardare la preparazione solo in caso di vento contrario per non rallentare la barca a causa della resistenza dell'aria sulle pale già preparate. L'impugnatura corretta del remo è con le dita, con il pollice che spinge il remo verso la scalmiera, e con la parte distale del palmo della mano. Occorre sentire il remo morbido in mano - senza stringerlo – sia per evitare di bloccare l'articolazione del polso e provocare così l'irrigidimento e il rapido esaurimento della muscolatura dell'avambraccio, sia per rilassarsi durante la ripresa e non interferire con la velocità della barca. La respirazione nel canottaggio è molto importante perchè ha luogo in condizioni sfavorevoli. Il colpo viene portato in condizioni di apnea perchè non è possibile diversamente; è possibile respirare solo durante la ripresa quando purtroppo la gabbia toracica non può espandersi liberamente per effetto della compressione esercitata su di essa dalle cosce. E' necessario ricordarsi di respirare ed impegnarsi attivamente a farlo espirando con forza alla conclusione del colpo e inspirando rapidamente e profondamente nel corso della ripresa. La velocità del carrello durante la ripresa dovrebbe essere costante, accelerando leggermente solo nella parte conclusiva per sviluppare il riflesso miotatico del quadricipite e agevolare l'entrata in acqua delle pale (la contrazione di un muscolo è tanto più forte e veloce quanto maggiore è stata la sua velocità di allungamento) mentre le braccia non hanno ancora concluso l'allungamento e il carrello sta ancora avanzando. Questo è indispensabile per anticipare al massimo l'azione di spinta delle gambe con le pale già immerse; è fondamentale tenere con la schiena perchè se questa cede la spinta delle gambe non viene trasmessa al remo. Alcune considerazioni sul concetto di "passata". Non siamo d'accordo a definirla così perchè il concetto giusto è di spostare la barca e non l'acqua, come sottintende il termine passata e come avverrebbe se il remo fosse una leva di I genere; in realtà è una leva di II genere con il fulcro situato nella pala, alla estremità del remo, e la resistenza nello scalmo. La remata quindi non è una "passata in acqua", ma una spinta sullo scalmo per far avanzare la barca ed è questa la sensazione che dobbiamo provare.
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Nella tecnica attuale della vogata di coppia, che è la vogata tecnicamente più difficile, nel finale del colpo il busto è leggermente oltre la verticale, di circa 15°-20°. La ripresa ha inizio con il rapido abbassamento delle mani per estrarre i remi dall'acqua e procedendo quindi alla rotazione dei polsi per spreparare le pale. Questa successione va rispettata attentamente perchè con l'ampiezza delle pale attuali l'estrazione dall'acqua deve avvenire con le pale verticali per non interferire negativamente sulla velocità della barca, cosa che non era indispensabile con le vecchie pale Macon; segue un veloce via di mani distendendo in avanti le braccia con le ginocchia ancora bloccate. A braccia distese si muovono quindi in avanti le spalle con la schiena ben dritta facendo cerniera sulla articolazione coxo-femorale; si piegano poi le gambe, il carrello segue il movimento delle spalle e alla conclusione della ripresa si alzano i pugni (non le spalle!) per immergere la pala in acqua. Inizia quindi immediatamente la spinta delle gambe con le braccia distese e le spalle sempre alla stessa altezza; quando le gambe sono quasi completamente distese si completa il colpo prima con la schiena e infine con le braccia. La posizione ottimale del gomito nel finale del colpo è quella con gli avambracci ad un angolo di 90° rispetto ai remi - con i gomiti né troppo larghi né troppo stretti- il che permette al potente muscolo gran dorsale di esercitare pienamente la sua azione di trazione sulle braccia e quindi sui remi. Ha inizio quindi una nuova fase di ripresa con l'abbassamento delle mani, la rotazione dei polsi e il via di mani.