La Sede |
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Il complesso degli impianti sociali della Canottieri Armida ha sempre avuto la sua sede nel Parco del Valentino e da 141 anni rappresenta un punto d'incontro per godere in serenità uno dei luoghi più suggestivi di Torino. L'edificio, sede del "Padiglione delle Colonie Francesi" durante l'Esposizione Mondiale del 1911, oggi è: edificio vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Storici. Al bellissimo salone, ricco di trofei e ricordi, che accoglie le serate e le cene conviviali a tema organizzate per i soci durante l'inverno, si contrappone un elegante giardino ed una spettacolare e famosa terrazza protesa sul fiume Po, con vista su tutta la collina, per assaporare appieno il profumo dell'estate. Ricordiamoche durante le Olimpiadi Invernali del 2006, la sede ha ospitato il VISA Olympians Reunion Center.
I soci e gli atleti sono sempre a disposizione per far conoscere il fascino e la leggendaria storia dell'Armida. La struttura della Società comprende anche spogliatoi con armadietti personali, palestre attrezzate per l'attività ginnica e pesistica per l'allenamento invernale e i diversi test. Una vasca voga consente l'avvio al canottaggio e l'allenamento anche al coperto di quattro atleti contemporaneamente. Dal 2009 la Canottieri Armida è omologata per le regate nazionali di Pararowing.
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Lorenzo Garrone, Società Canottieri Armida.
Progetto di costruzione di una manica a destra del chalet già esistente, particolari. Il primo nucleo della Canottieri Armida è costituito da un gruppo di giovani animati dal desiderio di divertirsi remando sul fiume. L’attuale sede è una palazzina a due piani con la facciata verso il fiume, decorata in stile liberty, progettata dall’ingegner Vittorio Rovere e costruita nel 1913 in sostituzione dell’antico chalet del 1887.
1. Lo chalet e gli ampliamenti successivi
Subito dopo la propria costituzione, la neonata Società chiede alla Municipalità di poter disporre del tratto di terreno libero sulla sponda sinistra compreso tra la proprietà demaniale e il terrazzo sovrastante l’ex cartiera Bouteille per edificare il proprio chalet per «l’uso di geniale ritrovo di persone educate e civili per il divertimento e il canottaggio»1. La Società costruisce lo chalet nel 1876, secondo il modello «svizzero» imposto della Municipalità.
2. Dopo l’Esposizione del 1911 Nel 1911, l’edificio viene acquisito dalla Commissione dell’Esposizione Generale Italiana (per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia) per diventare il padiglione delle Colonie Francesi. Con la riconsegna dell’edificio nel 1912, la Società decide di completare il rinnovamento dell’area, sostituendo l’antico chalet del 1887 con una nuova palazzina, progettata dall’ingegner Vittorio Rovere3. Si tratta di un edificio a due piani con la facciata verso il fiume caratterizzata da decorazioni in stile liberty e da un’ampia vetrata al piano terreno che illumina il salone del club. Il progetto non va a integrarsi formalmente con il preesistente chalet, confermando così la sua autonomia. Nel 1929 si hanno dei piccoli ampliamenti: una terrazza in cemento armato sostenuta da grandi pilastri laterali e la formazione di due locali al pianoterra (una cucina a est e una cantina a nord). L’ultima trasformazione avviene nel 1949, con un ampliamento e la sopraelevazione della parte del 1929; il progetto di Cesare Catalano prevede il rifacimento delle facciate e l’inserimento di un nuovo vano scala all’interno dell’edificio. Cronologia 1874 − Costituzione della Società; 1876 − Costruzione dello chalet; 1882 − Ampliamento dell’area; 1890 − Ampliamento dello chalet; 1911 − Esposizione Generale Italiana; 1913, costruzione nuova palazzina; 1929 − Terrazzina e nuovi locali; 1949 − Ampliamento.
ORARIO APERTURA ESTIVO
il Lunedi : dalle 9 alle 20 (ristorante aperto solo a mezzogiorno) da Martedi al Sabato : dalle 9 alle 24 (ristorante aperto a mezzogiorno e alla sera) la Domenica : dalle 9 alle 18 (ristorante aperto solo a mezzogiorno) Prenotazione obbligatoria per i pranzi e le cene al 0116699219 si ricorda che il ristorante è aperto ai soli soci dell'Armida.
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