Qualunque attività sportiva a livello agonistico richiede un condizionamento muscolare costante non soltanto in funzione del gesto atletico specifico, ma anche per supplire a carenze che ogni sport può comportare. La preparazione atletica generale è quindi determinante per migliorare globalmente le attività muscolare, respiratoria e cardiocircolatoria che serviranno poi non solo nel gesto specifico, ma in generale. Il canottaggio è uno degli sport più completi, come lo sci di fondo e il nuoto, sport che coinvolgono in modo quasi globale l’organismo umano. Ciononostante anche il canottaggio ha dei limiti e non tutti i segmenti corporei vengono utilizzati in modo equilibrato. E’ bene quindi non limitare la propria preparazione all’uscita in barca, ma estenderla anche al lavoro a terra per compensare da un lato le carenze intrinseche all’attività remiera, ovvero i gruppi muscolari che lavorano meno nella remata, e dall’altro potenziare i gruppi muscolari che vengono utilizzati in modo selettivo.
Il nostro corpo è animato da un sapiente gioco di leve. Abbiamo uno scheletro che può essere paragonato ad una marionetta che si muove per mezzo di tiranti, che nel nostro corpo sono i muscoli inseriti sulle varie ossa. Si originano così diversi tipi di leve che ci permettono di muoverci in modo sinergico e armonico. Dalla fisica sappiamo che le leve possono essere di tre tipi: di primo, secondo e terzo genere a seconda se sono inter-fulcrali, inter-resistenti o inter-potenti. Tutti i nostri movimenti hanno origine da contrazioni muscolari che agiscono con il meccanismo della leva. Purtroppo quasi tutte le leve del nostro corpo sono di tipo svantaggioso dove il braccio di resistenza è più lungo del braccio di potenza. Lo svantaggio, che peraltro è uguale in tutti gli essere umani, si accentua con il passare del tempo perchè la muscolatura perde progressivamente tono e forza per fenomeni di atrofia fisiologica, definita sarcopenia, che altro non è se non la riduzione del tessuto muscolare legata all’avanzare dell’età. Questo fenomeno comporta una progressiva difficoltà nel controllo delle nostre leve. Il modo migliore di limitare i danni è quello di utilizzare tutti i nostri muscoli con una certa intensità e regolarità affinchè la loro regressione sia la più lenta possibile.
Alcuni esempi di leve dell’organismo umano: una leva di primo genere è l’articolazione atlante-epistrofeo, tra colonna cervicale e cranio, dove i muscoli del collo sono la potenza, il fulcro è l’articolazione tra il cranio e la prima vertebra cervicale (epistrofeo) e la resistenza il peso della testa. Una leva di secondo genere è l’articolazione della caviglia, dove la resistenza è a metà (il peso del corpo), il fulcro è sul metatarso e la potenza è nel punto di inserzione del tendine di Achille. Braccio e avambraccio costituiscono una leva diterzo genere perchè il bicipite brachiale, che rappresenta la potenza, è inserito prossimalmente con un capo sulla tuberosità glenoidea dell’omero e con un secondo sulla apofisi coracoide della scapola, e distalmente sull’osso radiale dell’avambraccio, il fulcro è l’articolazione del gomito, la resistenza è l’avambraccio che si solleva; braccio e avambraccio rappresentano quindi una leva interpotente.
Tutti i nostri muscoli, le nostre leve, le nostre articolazioni si muovono in sinergia, ovvero ogni muscolo che si contrae ha un antagonista che nello stesso momento deve rilassarsi altrimenti il movimento appare rigido, bloccato. Se si osserva un atleta di alto livello i suoi movimenti sono talmente fluidi che sembrano facili. Questo avviene perchè oltre all’allenamento l’atleta ha imparato a utilizzare i muscoli che servono e, in perfetto sincronismo, a non utilizzare quelli che non servono. Lo sportivo non allenato mette in competizione i suoi stessi muscoli venendo a creare attriti e blocchi sulle articolazioni. Nel canottaggio il gesto tecnico è concettualmente semplicissimo, ma contemporaneamente molto complesso perchè richiede uno studio preciso e approfondito del controllo dell’equilibrio e della tecnica dei movimenti, la cui acquisizione richiede molto tempo. |